Schifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,
e venne il momento di trasformare la lettura in un rito! Già, è questo il terzo suggerimento che propongo sul «Corriere del Ticino» di oggi (20.07.2016, p. 23). Leggete qui sotto, o scaricatevi il pdf dell’articolo.
Per gli schifosi peli della mia barbaccia! Nonostante l’aspetto, non sono un santone. Ma oggi vi parlo lo stesso di un rito: quello della lettura. Il terzo suggerimento che il vostro Scuro Moltamorte vi offre su un piatto d’argento è infatti proprio questo: trasformare la lettura in un rito. Come? Le possibilità sono davvero tante…
Ad esempio, si può entrare in scena sempre nello stesso modo: prima di leggere, si recita una formula magica, una filastrocca (o si dice semplicemente “Per gli schifosi peli della mia barbaccia!”). Magari portando con sé un baule, o la valigia delle storie; io preferisco un sacco di juta, ma ogni scelta è lecita. L’importante è che alla vista del contenitore si associ subito ciò che è custodito al suo interno e ciò che viene poco dopo: un libro e la sua lettura. Inoltre, queste “scatole magiche” si prestano assai bene a contenere anche oggetti vari, magari legati al contenuto della storia, da estrarre prima, durante o dopo la lettura.
Funziona molto bene anche il ricorso a un fido aiutante: può essere anche solo una vocina, un pupazzetto, una marionetta da infilare in un dito o in una mano. Uno dei miei aiutanti preferiti è il Signor Porcello, che potete ammirare nella foto. L’importante è che abbia dei comportamenti tipici, ricorrenti: il Signor Porcello, ad esempio, oltre a grugnire e a essere sempre molto affamato, ogni tanto perde un po’ il controllo del registro linguistico, e dice qualche parolaccia (cosa che scandalizza il sottoscritto e diverte i bambini); a dire il vero, ogni tanto perde anche un altro tipo di controllo (fa qualche puzzetta), e questo è un problema che dovremo cercare di risolvere.
Queste strategie si possono anche combinare tra di loro: l’aiutante nascosto nel sacco di juta, oppure l’aiutante che recita la filastrocca, o tutte le altre combinazioni che vi vengono in mente. Ricordatevi, però, che quando inizia la lettura l’aiutante deve scomparire di scena, o restarsene in disparte, altrimenti si trasforma in un elemento di disturbo, di distrazione.
Se siete docenti di scuola dell’infanzia e di scuola elementare, provate poi a giocarvi questa carta (me l’ha suggerita la strega Francesca della libreria Sognalibro di Gordola): iniziare ogni giornata di scuola leggendo un albo illustrato, o una storia breve, o quello che volete. Ma farlo sempre, tutti i giorni, almeno per due settimane. E all’inizio della terza fate finta di aver dimenticato il rito: non avete sacchi, valigie, scatole magiche, non avete libri con voi, ve li siete scordati. Venitemi poi a raccontare che cosa succede, che cosa vi dicono i bambini…
Se siete genitori, infine, non potete perdere l’occasione del secolo: il rito della lettura della buonanotte! Uno, due o anche tre albi illustrati da leggere insieme ai vostri pargoli, standovene sdraiati con loro o in poltrona. E non pensate di dovervi procurare ogni volta tre libri nuovi: ai bambini piace ascoltare le stesse storie anche un sacco di volte. E ricordate una cosa: leggere un libro prima di dormire fa bene alla salute! Lo dico anche per voi “grandi”, ovviamente: spegnete il tablet e coricatevi con un bel libro. Ne guadagnerete in qualità del sonno e in anni di vita (lo dicono gli scienziati, mica solo io).
Un libro per iniziare questo bellissimo rito in modo un po’ bizzarro? I cinque malfatti di Beatrice Alemagna (Topipittori, 2014). Per capire che la perfezione non esiste, non è di questo mondo. E che i difetti, a volte, possono diventare delle grandi virtù.