3. Trasformare la lettura in un rito

DSC_3858bSchifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,

e venne il momento di trasformare la lettura in un rito! Già, è questo il terzo suggerimento che propongo sul «Corriere del Ticino» di oggi (20.07.2016, p. 23). Leggete qui sotto, o scaricatevi il pdf dell’articolo.

Per gli schifosi peli della mia barbaccia! Nonostante l’aspetto, non sono un santone. Ma oggi vi parlo lo stesso di un rito: quello della lettura. Il terzo suggerimento che il vostro Scuro Moltamorte vi offre su un piatto d’argento è infatti proprio questo: trasformare la lettura in un rito. Come? Le possibilità sono davvero tante…

Ad esempio, si può entrare in scena sempre nello stesso modo: prima di leggere, si recita una formula magica, una filastrocca (o si dice semplicemente “Per gli schifosi peli della mia barbaccia!”). Magari portando con sé un baule, o la valigia delle storie; io preferisco un sacco di juta, ma ogni scelta è lecita. L’importante è che alla vista del contenitore si associ subito ciò che è custodito al suo interno e ciò che viene poco dopo: un libro e la sua lettura. Inoltre, queste “scatole magiche” si prestano assai bene a contenere anche oggetti vari, magari legati al contenuto della storia, da estrarre prima, durante o dopo la lettura.

Funziona molto bene anche il ricorso a un fido aiutante: può essere anche solo una vocina, un pupazzetto, una marionetta da infilare in un dito o in una mano. Uno dei miei aiutanti preferiti è il Signor Porcello, che potete ammirare nella foto. L’importante è che abbia dei comportamenti tipici, ricorrenti: il Signor Porcello, ad esempio, oltre a grugnire e a essere sempre molto affamato, ogni tanto perde un po’ il controllo del registro linguistico, e dice qualche parolaccia (cosa che scandalizza il sottoscritto e diverte i bambini); a dire il vero, ogni tanto perde anche un altro tipo di controllo (fa qualche puzzetta), e questo è un problema che dovremo cercare di risolvere.

Queste strategie si possono anche combinare tra di loro: l’aiutante nascosto nel sacco di juta, oppure l’aiutante che recita la filastrocca, o tutte le altre combinazioni che vi vengono in mente. Ricordatevi, però, che quando inizia la lettura l’aiutante deve scomparire di scena, o restarsene in disparte, altrimenti si trasforma in un elemento di disturbo, di distrazione.

Se siete docenti di scuola dell’infanzia e di scuola elementare, provate poi a giocarvi questa carta (me l’ha suggerita la strega Francesca della libreria Sognalibro di Gordola): iniziare ogni giornata di scuola leggendo un albo illustrato, o una storia breve, o quello che volete. Ma farlo sempre, tutti i giorni, almeno per due settimane. E all’inizio della terza fate finta di aver dimenticato il rito: non avete sacchi, valigie, scatole magiche, non avete libri con voi, ve li siete scordati. Venitemi poi a raccontare che cosa succede, che cosa vi dicono i bambini…

Se siete genitori, infine, non potete perdere l’occasione del secolo: il rito della lettura della buonanotte! Uno, due o anche tre albi illustrati da leggere insieme ai vostri pargoli, standovene sdraiati con loro o in poltrona. E non pensate di dovervi procurare ogni volta tre libri nuovi: ai bambini piace ascoltare le stesse storie anche un sacco di volte. E ricordate una cosa: leggere un libro prima di dormire fa bene alla salute! Lo dico anche per voi “grandi”, ovviamente: spegnete il tablet e coricatevi con un bel libro. Ne guadagnerete in qualità del sonno e in anni di vita (lo dicono gli scienziati, mica solo io).

Un libro per iniziare questo bellissimo rito in modo un po’ bizzarro? I cinque malfatti di Beatrice Alemagna (Topipittori, 2014). Per capire che la perfezione non esiste, non è di questo mondo. E che i difetti, a volte, possono diventare delle grandi virtù.

2. Trovare il posto giusto per leggere

DSC_3850bSchifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,

eccoci al secondo punto del mio personalissimo ottalogo per catturare giovani lettori. Qual è? Be’, non siate frettolosi: per scoprirlo, leggetevi che cosa ho scritto sul «Corriere del Ticino» di oggi (15.07.2016, p. 27):

Per gli schifosi peli della mia barbaccia! Bentornati nell’antro di Scuro! E siccome mi sono già presentato la volta scorsa, quando abbiamo considerato l’importanza di sorprendere il nostro pubblico, partiamo subito con il secondo suggerimento per accalappiare giovani lettori: creare il contesto adatto.

Ragioniamo per assurdo: se mi venisse in mente di comparire in Piazza Grande, a Locarno, durante il Festival o nel bel mezzo di Moon and Stars (o anche in una qualunque più anonima assolata giornata d’estate), vestito con il mio fido saio e con i miei puzzolentissimi sandali ai piedi, sventolando la mia sudicia barbaccia ai quattro venti e brandendo in mano un albo illustrato, è assai probabile che, invece di catturare lettori, finirei per essere catturato io stesso, sì, ma dalla Polizia, per portarmi a scoprire un altro antro non troppo piacevole da visitare (la gattabuia, intendo). Questo pittoresco scenario dice in modo molto chiaro e narrativo una cosa precisa: va bene sorprendere, ma il contesto nel quale facciamo la nostra comparsa per leggere non è indifferente alla riuscita della nostra missione (la ricordo: far incontrare libri e bambini). In altre parole, se non lo prepariamo bene, con cura e dedizione, ogni sforzo, per quanto encomiabile, risulterebbe vano: faremmo soltanto una brutta figura e ci sentiremmo tremendamente tristi e scorati. Inutili.

Come fare, dunque, per predisporre il terreno, affinché sia pronto ad accogliere i semi di storie e a far germogliare i virgulti della narrazione (che poeta!)? Prima di tutto bisogna scegliere il luogo adatto: non certo un supermercato o l’ufficio circondariale di tassazione, dove la gente ha altre cose da fare e da pensare; e nemmeno il cortile della scuola nel bel mezzo della ricreazione, dove i bambini hanno tutto il diritto di sfogarsi, correre e urlare; piuttosto, un luogo dove i libri si sentono di casa. Ad esempio una biblioteca, una libreria, un teatro, un’aula scolastica, una cameretta, davanti al camino, quando viene sera, prima di dormire. Insomma, luoghi e momenti “protetti”, in cui ci si senta tranquilli, al sicuro, ben disposti all’ascolto.

Poi, bisogna eliminare tutte le possibili fonti di distrazione, perché l’ascolto delle buone storie ha bisogno di molta attenzione. Dunque, spegnere televisioni, cellulari, computer, iPad e altri ammennicoli tecnologici. Può andare bene una leggera musica di sottofondo, coerente con la storia che stiamo per iniziare, per creare l’atmosfera giusta. Così come la luce, che non deve essere abbagliante, ma soffusa e rilassante. Se poi siamo in una classe e usiamo un albo illustrato, dovremmo disporre i bambini a semicerchio, in modo che possano tutti (nessuno escluso!) vedere bene il libro che teniamo in mano (all’altezza del loro sguardo, mi raccomando!). Infatti, se il numero di bambini non è troppo grande, almeno per una prima lettura è meglio evitare di proiettarne le immagini attraverso un marchingegno elettronico. I bambini sono fin troppo abituati ad armeggiare con gli iPad, dunque è bene proteggerli da ulteriori inutili esposizioni ai pixel e far sentire loro il profumo delle pagine fruscianti.

Un libro per combinare bene i primi due suggerimenti (sorprendere e curare il contesto)? Per restare sul tema della scorsa puntata, La vera storia dei tre porcellini di Jon Scieszka e Lane Smith (Zoolibri, 2010), da raccontare con una bella voce lupesca. Se i vostri giovani lettori hanno gusti un po’ macabri, risate a crepapelle assicurate!

E finalmente mi ha intervistato!

Shifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,

finalmente il mio amico riccioluto Daniele Dell’Agnola ha avuto il coraggio di intervistarmi!

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Già, è successo durante la puntata del Bidello Ulisse nella rete dei libri del 27 aprile 2016, sempre su Teleticino: dopo aver scovato gli schifosissimi peli della mia barbaccia infilati tra i libri della Bibliomedia di Biasca, il suddetto Dell’Agnola si è preso la briga di farmi accomodare su una scranna e di porgermi su un piatto d’argento qualche succulenta domanda. Alla quale, come ovvio, ho risposto a modo mio: borbottando, bofonchiando, ma anche dicendo qualche cosa di epocale…

Immagino che siate curiosi, dunque che aspettate a cliccare sull’immagine e a godervi il filmato della puntata? Noterete le espressioni un pochino sorprese del conduttore, che a tratti pare pensare di avere davanti a sé un vecchio pazzo. Mah! Giudicherete voi…

In ogni caso ho colto l’occasione per parlare di alcuni libri che mi piacciono molto: l’immancabile Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, Alla ricerca del pezzo perduto di Shel Silverstein, il libro dal qualche sono uscito proprio io, cioè La barba magica di Natale, e poi… E poi ho salutato gli spettatori e il riccioluto a modo mio, accompagnando la mia uscita di scena con un Io vado! ispirato a un simpaticissimo e irriverente albo cartonato di Matthieu Maudet.

Devo dire che le mie scorribande televisive mi hanno esaltato parecchio!

Ora, però, me ne torno nell’antro a borbottare tra me e me.

Ma sì, dibattiamo!

Schifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,

eccoci arrivati alla mia terza dirompente irruzione sugli schermi televisivi di Teleticino, sempre durante la trasmissione Il bidello Ulisse nella rete dei libri del mio amico riccioluto Daniele Dell’Agnola.

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Ecco com’è andata: ero tutto intento a frugare fra i libri della Bibliomedia di Biasca, alla ricerca di qualche bella storia divergente, quando l’ho sentito parlare di uno dei miei albi preferiti, Questo non è il mio cappello dello scrittore canadese Jon Klassen, e non ho saputo resistere alla tentazione di dire la mia. Anzi, di porre qualche ben mirata domanda circa il valore morale dei comportamenti dei personaggi del libro, giusto per instillare qualche sano dubbio gnoseologico.

Poi, sono riuscito a starmene quieto e buono mentre i ragazzi ospiti della puntata esprimevano le loro idee sull’esperienza maturata con l’apprezzabilissima iniziativa La gioventù dibatte, spiegata e illustrata dal responsabile del progetto Chino Sonzogni.

Be’, che dire d’altro? Di sicuro che dibattere (in modo civile e non troppo esagitato) fa bene alla democrazia. Dunque, dibattiamo! Con rispetto e intelligenza, ma dibattiamo!

Come sempre, potete rivedere il filmato della puntata cliccando qui o sull’immagine.

E a presto rivederci in TV… già, perché Scuro ha ancora qualcosa da dire…

Chi me l’ha fatta in testa?

Schifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,

ebbene sì, sono tornato in TV! Anche questa volta me ne stavo tranquillo nei meandri della solita soffitta dei libri di Ludiano, quando qualcuno… me l’ha fatta in testa!

Che affronto!

Non potete immaginare come mi sono sentito quando – plic! – una certa quantità di materia escrementizia è cascata sulla mia crapa avvizzita, imbrattandomi i peraltro già sudici capelli.

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Proprio in quel momento ho sentito la voce del solito ricciolino occhialuto, o occhialoso riccioluto (Daniele Dell’Agnola), e ho fatto irruzione sulla scena, approfittando del tema della puntata del Bidello Ulisse nella rete dei libri, cioè l’indagine.

E – colpo di fortuna inaudito! – ospite della puntata era la giallista Manuela Mazzi! Una giallista!

Non mi sono fatto sfuggire l’occasione, e ho chiesto a Manuela un aiuto per cercare l’artefice del puteolente misfatto alla luce di una serie di minuscoli indizi e…

Be’, se volete scoprire chi è stato, non vi resta che guardare il filmato della puntata, cliccando sull’immagine.

E vi assicuro che ci rivedremo ancora, sempre sugli schermi di Teleticino.

Il mio debutto in TV…

2016_ludiano1Schifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,

come avevo promesso, sono sbarcato anche in televisione! Il giorno del mio debutto è stato il 6 aprile 2016: me ne stavo tranquillo in una soffitta di Ludiano (ben sistemata e gestita da Lorena Scettrini e dalle amiche dell’associazione culturale Libera il libro Serravalle) a leggermi il mio libro preferito (indovinate quale…), quando un tizio con riccioli e occhiali (Daniele Dell’Agnola) si è piazzato davanti a me e alle telecamere e si è messo a parlare di libri. Ovviamente disturbando la quiete del luogo e la mia concentrazione.

E poi come fa uno a non inalberarsi?

Be’, se volete dare un’occhiata al filmato, potete cliccare sull’immagine. Approderete così sul sito della trasmissione Il bidello Ulisse nella rete dei libri, che fa parte del palinsesto di Teleticino.

Anche se sono burbero e scorbutico, non sono troppo maleducato: ringrazio infatti tutti gli amici (i ficcanaso) che hanno saputo tollerare la mia presenza in quel di Ludiano (allievi di scuola media, personale della soffitta, conduttore della trasmissione e, in particolare, i mitici Michel Galati con i suoi baffi all’insù e il colosso Mozzy LuMo che ha avuto persino il coraggio di avvicinarsi a me per microfonarmi).

Ah, dimenticavo: non finisce certo qui…

 

Bianchite: ecco la cura!

Schifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,

ecco su YouTube anche il secondo filmato sulla bianchite, nel quale sottopongo Soggetto Intelligente a una cura a base di… be’, scopritelo da voi, guardando il video!

E date retta al vostro Scuro Moltamorte, per gli schifosi peli della mia barbaccia!

La bianchite è su YouTube!

Schifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,

come vi avevo promesso, sono sbarcato su YouTube. E oggi ho inaugurato il mio canale con un filmato assai istruttivo in cui, insieme a Soggetto Intelligente, spiego a tutto il mondo che cos’è la bianchite. Già, attraverso un esperimento scientifico di notevole complessità (e pericolosità), provo sulla pelle di una persona dotata di un QI superiore alla media gli effetti di un uso prolungato dei videogiochi.

Non vi anticipo altro, però. Guardate il filmato e ne vedrete delle belle!

Ah, dimenticavo: presto arriverà anche il seguito, in cui proverò a somministrare a Soggetto Intelligente una cura del tutto particolare, per verificarne l’efficacia.

Ma non so se lo metterò online… dipende da quanti “mi piace” catturerà la prima parte, per gli schifosi peli della mia barbaccia!

 

Eccomi qui!

scuro_05Per gli schifosi peli della mia barbaccia! Oggi, 3 gennaio 2016, io, Scuro Moltamorte, sono sbarcato sul web! Segnatevi la data, perché sarà solo l’inizio di una serie inimmaginabile di scorribande.

Eh sì, Alla fine sono stato costretto a cedere e a immischiarmi nella bolgia infernale delle rete. Sono stato costretto, sì, perché non è che questo mondo sia messo troppo bene, e io sono convinto di poter fare qualcosa per migliorarlo, o per lo meno per farlo sembrare un po’ più bello agli occhi di tutti i mocciosini che diventeranno gli adulti di domani. Loro sono gli unici che possono salvarci! E se non li nutriamo con un buona dose di storie, di libri, di albi illustrati, tutti gli altri sforzi potrebbero risultare vani!

Ecco che cosa mi propongo di fare, con il mio sbarco sul web: mi propongo di parlare di libri, di raccontare storie, di far conoscere a tutti un pentolone magico di narrazioni. Per tutti i gusti, ma soprattutto per i miei, che non sono proprio “canonici”: mi piacciono le storie sorprendenti, forti, che fanno pensare, e saranno proprio queste storie che porterò in giro per la rete e per tutti i luoghi dove i miei fetidi sandali mi condurranno.

Restate sintonizzati, perché l’anno di Scuro sta per iniziare!